Yamaha TZ750 Flat Track Racer: Only the braves

Le moto che ci colpiscono nell’intimo sono quelle che fanno rumore, vibrano e sono spaventose da guidare. Certo, sappiamo che le sfumature della passione motociclistica sono molteplici e multiformi ma noi uomini siamo così: da sempre preferiamo le cose che ci fanno battere il cuore.

TZ750 Flat Track Racer – L’ aspetto adrenalico della guida in moto ha raggiunto vette altissime nei decenni degli anni 70’ ed 80’: in questi anni le prestazioni sono cresciute esponenzialmente, senza che i sistemi di sicurezza ne fossero davvero all’altezza.

Potremmo fare diversi esempi a riguardo ma oggi vi vogliamo parlare nello specifico di una vera e propria follia racing che davvero somiglia ad un drago sputafuoco: si tratta dalla TZ750 flat track racer.

Con l’avvento dei due tempi nelle competizioni mondiali il mondo delle corse mutò radicalmente: le 500 parevano già dei cavalli imbizzarriti se confrontati con le 4t della concorrenza, immaginate poi quando la Yamaha sfoderò una moto con motore oversize da 750 cc messa nelle esperte mani di Agostini….

La moto era velocissima e vinse sia la 200 miglia di Daytona che quella di Imola. Insomma già la pistaiola era pazzesca ma la versione flat track era proprio qualcosa da far spaventare chiunque: vi immaginate una moto da 120 CV erogati in un modo totalmente arrogante sfrecciare a più di 230 km/h prima di dover essere messa di traverso sullo sterrato?

TZ 750 FTR 1
TZ 750 FTR 9
TZ 750 FTR 7
TZ 750 FTR 6
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TZ 750 FTR 10
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TZ 750 FTR 2
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Non a caso solo il mitico King Kenny Roberts riuscì nell’impresa di domare (e vincere) con questa moto delle gare sulla terra battuta prima che questo modello proibito dal regolamento AMA. Altro grande specialista che portò alla vittoria questo bolide sputa-fumo fu il canadese Steve Baker che ne guidava una rossa simile alla mirabolante special che vi mostriamo oggi.

Questa moto,  proprietà dell’appassionato americano Brad Peterson, è addirittura stata omologata per la strada. Perdonateci ma l’invidia è tanta questa volta…

Ad ogni modo cercheremo di mantenere un contegno adeguato e parlarvi di quanto sia proporzionata e bella questa Yamaha degli anni 70’. Strano che una flat track con il motore così largo sia talmente bella vero?! Sarà che quel motore da competizione ha talmente tanto carattere che diventa bello anche solo a nominarlo e le espansioni di scarico promettono tanto fumo azzurrognolo e scoppiettii capaci di entrare direttamente nei polsi, nelle braccia e nelle vene.

A detta di Brad questa flat tracker passa dai 7.000 giri/min agli 11.000 giri/min in un attimo: giusto il tempo di far scodare la ruota posteriore ed impennare l’anteriore con una ferocia per nulla amichevole. A causa del suo carattere racing, la TZ non è certamente una mezzo per tutti, per questo motivo Peterson ha organizzato un’esibizione con Baker che sicuramente sa bene come tirarle il collo a questo “drago” nipponico.

Il propulsore quattro cilindri in linea è originale e nella sua configurazione D (quella con più cavalli). Per quello che riguarda il suo alloggiamento, è stato sistemato in un telaio non originale ma replicato a perfezione dallo specialista californiano Jeff Palhegyi. All’anteriore troviamo un avantreno di una R6 mentre se vi chiedete da dove vengano le bellissime ruote da 19 si tratta di parti aftermarket della Santa Fe Motors, calzanti delle perfette gomme Dunlop.

Ovviamente i proiettori anteriori, i silenziatori e il faro posteriore sono piccoli e poco invadenti, in modo da assecondare il più possibile l’anima da gara della moto. Proprio in quest’ottica all’anteriore avremmo preferito un solo proiettore inserito nella tabella porta numero.

Insomma, sull’estetica comunque c’è poco da dire, se non che è da urlo e (parcheggiata o a passeggio) sarebbe la regina di ogni lungomare. La domanda che ci poniamo è un altra: se il buon Brad prestasse anche a noi “le chiavi” di questa sette e mezzo riusciremmo a non fare fare danni? chi può saperlo… di sicuro vorremmo provare la soddisfazione di aver cavalcato il drago e aver portato a casa la pelle.

 

 

 

 

 

 

Mauro Di Mise

Posted by Mauro Di Mise

Motociclista da sempre, cresciuto a super e due tempi. Amo i motori belli con un suono appagante, ma sono anche attratto dalle nuove tecnologie.