TDR 500 LC: il fascino indiscreto di Frankenstein

Ve la ricordate la Yamaha TDR 250? no? beh non avete tutti i torti: la sua diffusione da noi è stata piuttosto scarsa ma qualcuno aldilà della manica ha pensato a darle un tocco di cattiveria non da poco…

TDR 500 LC – Dicevamo che la TDR forse non vi è così nota, già, perché non è stata una moto di successo, il mercato non ha premiato la sua impostazione “crossover” oggi tanto gradita ma assolutamente fuori tempo alla fine degli anni 80’.

In sostanza la TDR 250 è una funbike che avrebbe dovuto accomunare  le prestazioni del bicilindrico della RD  e TZR 250 all’estetica e al telaio di una endurona dall’aspetto ancora molto “dakariano”.

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Più che l’estetica legata alle enduro di una volta ciò che non è stato capito è l’essenza da funbike trasversale, non a caso anche la successiva Gilera Nordwest 600 (antesignana delle motard moderne) non ha il  successo di vendite sperato.

La storia è andata così ma chi ha apprezzato la TDR ne amava proprio le doti tutto fare e il carattere forte del bicilindrico a due tempi: aggressivo e senza compromessi. Tra gli estimatori di questa moto c’è l’inglese Shane Knight che con suo padre decide di dare un po’ di pepe all’energica Yamaha.

La ricetta è folle ma ci piace tanto: si tratta di scovare un bel 4 cilindri di una RD 500 e trapiantarlo sotto all’esile telaio della TDR. Facile no?…no.

I’adattamento non è scontato, c’è voluto un anno di lavoro e tanti piccoli grattacapi ma il risultato di tanto impegno ripaga sempre. I sinuosi scarichi sono stati fatti laggiù in Essex da Gibson e la messa a punto ha previsto l’adozione di quattro bei carburatori da 32mm i quali , insieme alla centralina zeeltronic, hanno portato il v4 2T Yamaha a ben 99.3 HP. Non osiamo pensare quanto possa essere brutale e repentina l’entrata in coppia in un propulsore del genere…

Un tocco quasi esotico è la frizione a secco Ducati che fa strano sentire ticchettare senza il cupo sottofondo del “pompone” bolognese.

Esteticamente la TDR 500 appare cattiva e molto “tecnica” grazie alle sovrastrutture in carbonio e le belle espansioni che grosse, ma non esagerate, fanno capire che lì di sostanza ce ne è parecchia. La massa radiante è un po’ ingombrante rispetto il modello originale ma anche questo aspetto sottolinea l’intrigante anima da Frankenstein della moto.

Alla nostra domanda su come si guidi questa TDR, Shane dice semplicemente che si guida perfettamente ed è molto semplice impennare, certo, con quel motore c’era da aspettarselo e a certa gente la coppia motrice non basta mai, visto che, affidata la V4 al padre, Shane sta realizzando per se un altra TDR ma questa volta con un bicilindrico “big bore” 500cc.

E proprio vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio..

Mauro Di Mise

Posted by Mauro Di Mise

Motociclista da sempre, cresciuto a super e due tempi. Amo i motori belli con un suono appagante, ma sono anche attratto dalle nuove tecnologie.